
Metaverso: la parola dell’anno. E’ sulla bocca di tutti e viene indicata come uno dei principali megatrend del presente e del prossimo futuro. Ma cosa è davvero ed in cosa differisce dal web attuale?
Per molti il Metaverso è l’ambiente virtuale accessibile attraverso i visori, l’ultimo giocattolo da molti gamers o nerd richiesto a Babbo Natale sotto l’albero. Oppure quello descritto nello spot futuristico di Meta (Facebook & Co.) che in effetti si è buttata a capofitto sul tema. Ma in realtà il metaverso non è solo questo… anzi non è affatto questo. Vediamo allora quali sono, secondo Andreessen Horowitz ed il loro team, alcuni ingredienti per descrivere questo fenomeno (ancora tutto da compiersi).
1. Decentralizzazione
Senza decentralizzazione non si può parlare di Metaverso. E già questo fa pensare alle grandi corporations che vorrebbero metterci le mani sopra (Meta?). Nel metaverso il potere è distribuito all’interno di communities e quindi il sistema non è governato da una singola piattaforma o entità che risponde a pochi azionisti. I sistemi decentralizzati garantiscono maggiore equità, riducono il potere censorio delle grandi piattaforme e producono maggiore diversità di opinione. Al contrario di quanto accade per le piattaforme centralizzate, che partono in maniera friendly e cooperativa ma una volta acquisiti gli utenti tendono a diventare competitive, autoritarie, riducendo i diritti e le libertà dei partecipanti per massimizzare i ricavi. Non sta forse accadendo questo su tutti i social come li conosciamo oggi, da Facebook a Twitter?.
2. Diritti di proprietà
Il Metaverso e le tecnologie ad esso associate come Blockchain e crittografia avanzata, rendono possibile sancire il diritto di proprietà su beni digitali esattamente come avviene nel mondo reale. Fino a questo momento, i beni digitali erano gestiti piò o meno secondo il concetto dell’affitto. Ricordi “L’era dell’Accesso” di Rifkin? in pratica quando ti scarichi un’app o un videogame puoi stabilire le tue preferenze, oppure comprare add-ons da utilizzare nella stessa app. Ma una volta terminato di pagare l’abbonamento perderai tutto quello che c’era, compresi i tuoi add-on. Quindi in realtà, anche se hai comprato qualcosa, nel web 2.0 non l’hai mai posseduta. L’hai affittata per il tempo che hai deciso di utilizzare quella specifica app. Nel Metaverso non è così. Puoi comprare “oggetti” digitali e possederli esattamente come se possedessi un’auto o un paio di scarpe. Sentito parlare di NFT (Non Fungible Tokens)? Molti artisti vendono opere d’arte in questo modo, oppure musica o qualsiasi altro tipo di contenuti. Grazie alla crittografia ed alla Blockchain questi prodotti digitali possono essere oggetto di specifiche transazioni registrate, come acquistare un’auto. Questa è una grande differenza perchè in questo modo non solo sei registrato come legittimo proprietario di un bene digitale, ma hai il titolo per rivenderlo. Esattamente come siamo abituati con i beni fisici.
3. Identità auto-sovrana
Questo è un concetto particolarmente importante anche perchè strettamente correlato al concetto di proprietà. Riguarda il processo di autenticazione nel mondo digitale e quindi il modo in cui proviamo la veridicità della nostra identità per accedere a beni e servizi. Oggi siamo tutti abituati ad una serie di password oppure al fatidico single-sign-on delle grandi piattaforme come Google o Meta (ancora loro…). Oggi abbiamo bisogno di un intermediario che certifichi la veridicità della nostra identità. Nel Metaverso invece semplicemente non ci sarà bisogno di alcuni intemediario. Grazie a protocolli come EIP-4361 (Sign-in with Ethereum) ad esempio, non ci sarà bisogno di attivare nessun account per accedere ad un servizio web. L’identità verrà accertata attraverso dei “certificati” digitali permanenti e non modificabili, esattamente come quando nel mondo reale esibiamo la nostra patente o la carta d’identità. Non saremo più noi a dare i nostri dati ad una piattaforma terza che li conservi per noi (sfruttandoli a piacimento economicamente), ma ci sarà un sistema di verifiche incrociate su Blockchain che verificherà in tempo reale la veridicità del certificato permanente da noi detenuto sul nostro wallet digitale.
Molto più sicuro per la nostra privacy rispetto ad oggi.
4. Componibilità
Il principio di componibilità del metaverso significa che ogni singolo componente software può essere mixato e utilizzato a piacimento come fosse un mattoncino Lego. Componibilità significa implicitamente interoperabilità, quindi è come se ad esempio tu costruissi qualcosa su minecraft e potessi utilizzarla a piacimento anche al di fuori del gioco in un qualsiasi altro contesto. Ovviamente su Minecraft e su ogni altra piattaforma proprietaria questo non è possibile, per il principio del recinto ovvero puoi usare ogni tuo elemento ma solo all’interno del mio recinto… Nel Metaverso invece è già possibile prendere pezzi di software e mixarli con altro, costruendo nuovi programmi e nuove funzionalità. L’ambiente forse più interessante in cui questo sta cominciando ad accadere è la finanza. Con il concetto di DeFI (Decentralized Finance), questo paradigma è già una realtà per esempio nel creare nuovi servizi come Compound e Uniswap.
5. Open Source
La componibilità di cui sopra non sarebbe possibile se il codice non fosse open source, quindi liberamente utilizzabile e modificabile. Questo aspetto ancora una volta decentralizza il controllo della produzione al livello del singolo sviluppatore o della singola community di sviluppatori, togliendolo alle grandi piattaforme. Senza Open Source non ci sarebbe decentralizzazione e non ci sarebbe Metaverso.
6. Centralità delle Communities
Come fare a governare un sistema così decentralizzato, in cui ogni singolo soggetto può dire la sua senza delegare la decisione ad un manager o ad una organizzazione che lo rappresenti? L’elemento nascosto che rende possibile il miracolo del coordinamento tra sviluppatori, investitori, consumatori, creatori, sta nell’appartenere ad una community. Condividendo un comune interesse si partecipa in maniera coordinata verso uno scopo condiviso, ciascuno secondo le proprie abilità o necessità, a ciascuno secondo i propri bisogni. La parte finale della frase precedente è di Carlo Marx, forse con il metaverso avremo una rivincita sul liberismo capitalista sfrenato oggi imperante, ma senza i rischi di dittature di avanguardie vetero-leniniste pseudo-illuminate. Grazie alla Blockchain il coordinamento avviene attraverso i diritti di proprietà dei token, l’elemento base del nuovo sistema e l’organizzazione attraverso le DAO (Decentralized Autonomous Organizations). Leggi qui un interessante pro e contro delle DAO da Vincos.
7. Immersività
Fino ad ora il mainstream media ha cercato di incastonare il Metaverso come sinonimo di realtà virtuale o aumentata (VR/AR). Per venderci i visori e perpetuare il modello secondo cui le grandi corporations guideranno gli sviluppi. Ma sebbene realtà aumentata e virtuale possano farne parte, in realtà il Metaverso non c’entra nulla con i visori. C’entra invece con la possibilità di fare cose, mantenere relazioni, collaborare con altre persone nel mondo e persino guadagnarsi da vivere utilizzando tools che consentano una telepresenza che bypassi le email. Da Zoom a Discord, Telegram o Slack saranno il nostro ufficio virtuale utilizzabile a piacere in luogo di quello fisico. Occhio, modalità rigorosamente blended per non trascurare i rapporti umani. D’altronde la pandemia ce l’ha insegnato, va bene tutto ciò che faciliti e renda più semplice tutto, ma nulla sostituirà mai il contatto umano.
Lungi dall’essere un panacea, il Metaverso sarà un altro paradigma come tanti si sono succeduti nel tempo, l’importante è che abbiate trovato utile questa breve disamina delle sue caratteristiche fondamentali, per evitare di confonderlo con un semplice Second Life del 2020.
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